Etichetta olio extravergine di oliva con categoria, origine, TMC e lotto.

Perché l’etichetta olio extravergine conta davvero

Capire l’etichetta dell’olio extravergine di oliva (EVO) significa acquistare con consapevolezza: la categoria indica lo standard minimo di qualità, l’origine informa sulla provenienza/miscele e le voci obbligatorie FIC (Reg. 1169/2011) tutelano il consumatore su leggibilità, allergeni, data/TMC e lotto. Per l’olio, inoltre, la UE ha regole settoriali dedicate (Reg. 2022/2104) che disciplinano commercializzazione e origine in etichetta. In breve: decifrare bene la label ti aiuta a scegliere, conservare e usare meglio l’olio che porti a tavola. Se vuoi capire anche cosa rende davvero speciale un prodotto certificato, leggi la nostra guida Olio extravergine di oliva biologico siciliano. Vuoi scegliere un EVO bio siciliano già selezionato e tracciabile? Acquista online l’olio EVO biologico siciliano di Tenuta Collotta.

Le categorie ufficiali: che cosa distingue davvero l’“extravergine”

Le definizioni di categoria sono fissate dal Consiglio Oleicolo Internazionale (COI/IOC) e riprese anche dai siti istituzionali UE.

Schema categorie olio: extravergine, vergine, raffinato, blend. Etichetta dell'olio extravergine

L’extravergine è il livello merceologico più alto tra gli oli idonei al consumo diretto: acidità libera ≤ 0,8% (come acido oleico), parametri chimici conformi e panel test senza difetti. L’olio vergine può arrivare a ≤ 2,0% con lievi difetti sensoriali; altre categorie includono raffinato e olio di oliva (blend raffinato + vergini). In etichetta, la categoria è il primo filtro da controllare.

Origine in etichetta: cosa significa davvero

La UE richiede formule chiare: se l’olio è 100% di un Paese, si indica lo Stato; se è una miscela, si usano le espressioni “miscela di oli d’oliva dell’Unione europea”, “non UE” oppure “UE e non UE”.

Origine dell’olio in etichetta: UE, non UE o Paese specifico. Etichetta dell'olio extravergine.

Questo perché la presentazione non deve indurre in errore sull’origine reale. Se trovi DOP o IGP (es. IGP Sicilia), significa che oltre alla categoria c’è un disciplinare geografico con regole su provenienza e tracciabilità. Verifica sempre che la dicitura di origine sia coerente con il resto dell’etichetta.

Voci “chiave” della label (e come interpretarle)

Categoria e definizione di qualità

Se leggi “olio extravergine di oliva”, stai acquistando un olio con acidità ≤ 0,8%, specifiche chimiche a norma e panel test conforme (assenza di difetti). Ricorda: l’acidità non è un indice “di bontà assoluta” in bottiglia per il consumatore (non la “senti” al palato), ma un parametro di categoria. Puntare alla categoria giusta è la prima scelta corretta.

Origine / miscela

Cerca indicazioni come “olio ottenuto in …” oppure le formule UE/non UE per le miscele. Non è di per sé un giudizio qualitativo, ma un’informazione di trasparenza legale. Per chi compra, l’origine aiuta a leggere filiera e coerenza del brand.

Data, TMC, lotto, tabella nutrizionale, allergeni

Sono disciplinati dal pacchetto FIC (Reg. 1169/2011): la label deve essere chiara e leggibile, gli allergeni vanno evidenziati, e per la vendita a distanza (e-commerce) alcune info devono essere disponibili prima dell’acquisto. TMC e lotto aiutano a orientarsi su freschezza e tracciabilità.

Polifenoli: quando il claim è legale (e quando no)

Talvolta in etichetta compare il claim: “i polifenoli dell’olio d’oliva contribuiscono alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo”. Si può usare solo se l’olio contiene ≥ 5 mg di idrossitirosolo e derivati per 20 g di olio, e se l’etichetta indica la porzione. Questo è l’unico claim UE ammesso per i polifenoli dell’olio; altri claim non equivalenti non sono autorizzati. L’assenza del claim non significa che l’olio “non sia buono”: può non raggiungere la soglia o il produttore può scegliere di non riportarlo.

Metodiche e discussioni scientifiche su fenoli e misure vengono aggiornate in letteratura; restano però subordinate al testo del Registro UE quando si parla di etichettatura.

Conservazione: ciò che l’etichetta non sempre spiega

L’olio teme luce, calore e ossigeno. Le ultime ricerche confermano che temperatura di conservazione e esposizione alla luce accelerano il decadimento (aromi, volatili, frazione fenolica); al contrario, buio e ambiente fresco rallentano l’ossidazione e aiutano a preservare qualità.

Conservazione olio EVO: bottiglia scura, buio e fresco. Etichetta dell'olio extravergine.

Indicativamente, una dispensa 14–18 °C, bottiglia scura e tappo ben chiuso sono le buone pratiche domestiche. Per valorizzare profumi e polifenoli, prova anche la pasta fredda con pomodorini, mozzarella e basilico con olio a crudo. Alcuni studi recenti (2024–2025) quantificano come il buio e temperature più basse conservino meglio profilo fenolico e sensoriale nel tempo, in linea con altre evidenze sulle condizioni di conservazione dell’EVO.
Se vuoi un riepilogo operativo: guida PDF sulle condizioni di conservazione.

Checklist d’acquisto (rapida e pratica)

  • Categoria: cerca “olio extravergine di oliva” (non solo “olio di oliva”). È lo standard con acidità ≤ 0,8% e panel test conforme.
  • Origine: verifica Paese oppure le formule UE/non UE per le miscele. Diffida di suggerimenti grafici che “spostano” l’origine.
  • Freschezza: guarda TMC e, quando riportata, la campagna di raccolta.
  • Claim polifenoli: valido solo se rispetta la soglia UE (≥ 5 mg/20 g) e indica la porzione.
  • Conservazione in casa: buio, fresco, tappo chiuso; evita luce/aria/calore.

Se vuoi passare dalla teoria alla pratica, ecco la guida Acquistare olio EVO online con consigli su formati, spedizione e scelta del prodotto

FAQ veloci

“Acidità 0,2% = migliore?”
L’acidità è un parametro di categoria, non un “voto di bontà” in bottiglia. Per l’EVO il limite è ≤ 0,8%; conta anche il panel test e altri indici (perossidi, K232/K270).

“Posso fidarmi delle miscele UE/non UE?”
Sì, purché l’etichetta rispetti le formule UE e non induca in errore. È un’informazione di trasparenza, non un giudizio di qualità.

“Meglio vetro o latta?”
Per uso domestico: vetro scuro (formati adatti ai consumi). Per scorte: latta al buio e al fresco. In ogni caso: evita luce/calore/aria.

Un abbinamento perfetto? Guarda la nostra insalata con mandorle e miele di arancio: croccantezza e dolcezza si esaltano con un filo d’olio a crudo.

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